IL TRAINING DI COMUNICAZIONE NELLA COPPIA

Una delle più comuni modalità di intervento terapeutico consiste nel migliorare le capacità della persona di esprimere pensieri ed emozioni nonché la capacità di sapere ascoltare. Molti sostengono che la capacità di comunicazione sia uno degli elementi più importanti per il buon andamento di una relazione. Alcune ricerche hanno evidenziato come le coppie che restano saldamente unite in matrimonio abbiano fornito interessanti risultati in proposito. Esse hanno dimostrato come la qualità della comunicazione tra i partner possa predire il divorzio o la soddisfazione coniugale. 

Secondo tali studi esistono determinate interazioni negative, denominate “i 4 cavalieri dell’apocalisse” le quali risultano particolarmente premonitrici della fine di una relazione:

  1. Lamentela/critica: espressione di disaccordo o di rabbia su una questione specifica, che può raggiungere la critica sprezzante, portando a raggiungere giudizi affrettati, generali e accusatori nei confronti dell’altro dopo che si è tentato più volte di risolvere la questione.
  2. Disprezzo: scherno, insulto, sarcasmo o derisione rivolti a un’altra persona per indicarne l’incapacità o l’irrazionalità.
  3. Atteggiamento difensivo: tentativo di scansarsi o proteggersi da un attacco percepito, può essere il rifiuto di assumersi la responsabilità rispetto a un problema, un contrattacco o una lamentela.
  4. Ostruzionismo: l’ascoltatore non riesce a fornire alcun segnale di ascolto a chi parla, così che tra i due si frappone una sorta di barriera. Emotivamente, chi tenta di parlare percepisce l’altro come disapprovante, compiaciuto, ostile, freddo o disinteressato. 

 

Le coppie che incontrano difficoltà di comunicazione tendono a trasformare l’intera relazione in un susseguirsi di fasi di distanza ed allontanamento. Questo comporta un insieme di pensieri e comportamenti quali il considerare il problema coniugale come grave, il ritenere che sia inutile occuparsene, il sentirsi subissati dalle lamentele del coniuge e l’organizzare la propria vita su un binario parallelo, così da stare insieme sempre meno, percependo di conseguenza solitudine.